COMMISSIONE PRESBITERALE ITALIANA
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Riunione del 15-16 febbraio 2012 – Intervento di S.E. Mons. Francesco Lambiasi

Il ministero dei presbiteri nel popolo di Dio a 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano IIIn Europa si vive oggi un'angosciante desertificazione di senso. L'homo europaeus si percepisce doppiamente orfano: della tradizione, già liquidata dall'epoca moderna, e del futuro, avvertito dalla sensibilità post-moderna come oscura minaccia e non più come sogno promettente e concretamente realizzabile. […]
21 Febbraio 2012

Il ministero dei presbiteri nel popolo di Dio a 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano IIIn Europa si vive oggi un'angosciante desertificazione di senso. L'homo europaeus si percepisce doppiamente orfano: della tradizione, già liquidata dall'epoca moderna, e del futuro, avvertito dalla sensibilità post-moderna come oscura minaccia e non più come sogno promettente e concretamente realizzabile. Il doppio deficit di memoria e di futuro ha rubato l'ossigeno della speranza. La conseguenza è un uomo schiacciato sul presente, che non ricorda più da dove venga e non sa bene dove stia andando: senza radici e senza ali, senza memoria e senza progetti: Life is now! promette ammiccante uno slogan pubblicitario. Questo solo interessa, questo solo conta, questo solo vale: il futuro più immediato, cosa fare nel prossimo week-end, dove andare stasera dopo cena... L'uomo post-moderno non si identifica nel pellegrino diretto verso un santuario o nel viandante in marcia verso una meta attraente. Si sente piuttosto un naufrago disperso, un malinconico randagio, un vagabondo smemorato e bighellone. I nostri giovani - e, senza fare del giovanilismo compiaciuto, dobbiamo ammettere che la responsabilità è ancora una volta più degli adulti che dei giovani - mostrano una identità incompiuta e frammentata, con la conseguente indecisione cronica di fronte alle scelte da adottare per scrivere il proprio avvenire. Non ce la fanno da soli a trasformare la massa del passato in energia di futuro. Hanno paura del loro domani, provano ansia davanti agli impegni definitivi. Da un lato cercano indipendenza ad ogni costo, dall'altro tendono ad essere psicologicamente dipendenti dall'ambiente e cercano la gratificazione immediata: di ciò che "mi va, mi pare e mi piace".
Eppure sono molti i giovani sensibili ai grandi ideali: la sete di libertà, il bisogno di autenticità, la ricerca di un mondo più giusto e più unito, l'apertura e il dialogo con tutti, l'impegno per la pace. Viene da chiedersi: ce la faranno questi giovani a lasciarsi affascinare dalla vocazione sacerdotale? Si legge nella Pastores dabo vobis (PdV): "La conoscenza della natura e della missione del sacerdozio ministeriale è il presupposto irrinunciabile, e nello stesso tempo la guida più sicura e lo stimolo più incisivo, per sviluppare nella Chiesa l'azione pastorale di promozione e di discernimento delle vocazioni sacerdotali e di formazione dei chiamati al ministero ordinato" (n. 11). Rimettiamo allora a fuoco l'identità e la missione del presbitero. ...