COMMISSIONE PRESBITERALE ITALIANA
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Riunione del 18-19 aprile 2012 – Intervento di S.E. Mons. Mariano Crociata

Seppellire i morti, consolare gli afflitti Il 2 marzo scorso è stata presentata ufficialmente la seconda edizione del Rito delle esequie in lingua italiana, dopo un attento lavoro di revisione approvato dalla Conferenza episcopale e la recognitio del competente dicastero vaticano. La nuova edizione vuole rispondere alle esigenze poste dal mutato contesto sociale e culturale, […]
19 Aprile 2012
Seppellire i morti, consolare gli afflitti

Il 2 marzo scorso è stata presentata ufficialmente la seconda edizione del Rito delle esequie in lingua italiana, dopo un attento lavoro di revisione approvato dalla Conferenza episcopale e la recognitio del competente dicastero vaticano. La nuova edizione vuole rispondere alle esigenze poste dal mutato contesto sociale e culturale, e dagli adattamenti liturgici e pastorali richiesti. La circostanza ci sollecita a svolgere la nostra riflessione proprio su questi due aspetti.
Qualcuno ha definito la nostra “la società post-mortale”, perché mette a tacere la morte e tende a rimuoverla, come esperienza, dalla coscienza degli individui. Un segnale inequivocabile di tale mutamento è la rimozione della parola stessa dal linguaggio corrente sostituendola con i più diversi eufemismi.
La morte sembra scomparsa dall’orizzonte della vita quotidiana, mentre paradossalmente sono sempre più spettacolarizzate le sue rappresentazioni mediatiche, fino a dare la forma di fiction alla stessa violenza reale che distrugge e semina rovina. I luoghi del morire sono diventati gli hospice per i malati terminali e gli ospedali per i più; si cerca accuratamente di evitare ai bambini la visione dei familiari morti, con la scusa che potrebbe turbarli, anche se questo li rende analfabeti e muti di fronte a un evento che è parte importante della vita, non solo perché inevitabile, ma anche perché della vita aiuta in maniera decisiva a cogliere il senso e l’ordine delle priorità, a distinguere mezzi e fini, ad accoglierla come un dono ogni giorno che ci è dato. 
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