Mi introduco in questa comunicazione sul prossimo Convegno ecclesiale di Firenze previsto per il 2015, con una citazione del Segretario generale della CEI. Storicamente è lui l’uomo macchina, o ,se si vuole, la macchina pensante di questo appuntamento che ha ritmato la recezione del Vaticano II nel nostro paese. Scrive, dunque, mons. Crociata: “Il Convegno non potrà essere un simposio di teologia, anche se avrà bisogno di una elaborazione teologica adeguata; non potrà nemmeno risolversi soltanto nel luogo di una narrazione di ciò che la vita cristiana è capace anche oggi di suscitare, sebbene senza il racconto dell’esperienza risulta impossibile condividere e far giungere un messaggio significativo. L’orizzonte del Convegno è quello di un evento di preghiera, di ascolto, di confronto e di discernimento, di orientamento condiviso per un annuncio e una testimonianza più efficaci e attuali, occasione di rilancio dell’impegno pastorale della comunità ecclesiale”. Fin qui il Segretario generale della CEI, mons. Crociata. Se ne ricava già il profilo di un evento i cui contorni essenziali sono già noti visti i precedenti (Roma, Loreto, Palermo, Verona), ma la cui originalità sta nel tema proposto. Anche questa volta l’intenzione è di offrire a metà decennio un’occasione di confronto che rilanci la scelta fatta e rimetta a fuoco alcune questioni che stanno a cuore a tutti. ...