COMMISSIONE PRESBITERALE ITALIANA
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Riunione del 12-13 giugno 2013 – Intervento di Don Bassiano Uggé

Non mi pare riduttivo affermare che lo svolgimento del titolo è sostanzialmente contenuto nei primi due articoli del regolamento della Commissione Presbiterale Italiana (CPI), che così recitano: «Art. 1 - La Commissione presbiterale italiana (CPI) è un organismo ecclesiale costituito dalla Conferenza episcopale italiana, che esprime a livello nazionale la comunione e la collaborazione dei […]
12 Giugno 2013
Non mi pare riduttivo affermare che lo svolgimento del titolo è sostanzialmente contenuto nei primi due articoli del regolamento della Commissione Presbiterale Italiana (CPI), che così recitano:
«Art. 1 - La Commissione presbiterale italiana (CPI) è un organismo ecclesiale costituito dalla Conferenza episcopale italiana, che esprime a livello nazionale la comunione e la collaborazione dei presbiteri con l’episcopato italiano e con la sua azione pastorale.
Art. 2 - La Commissione presbiterale italiana collabora con la Conferenza episcopale italiana: a) nella ricerca, nella individuazione e nell’approfondimento di problemi pastorali di carattere nazionale e, in particolare, di quelli relativi al clero; b) nello studio, nella formulazione, nella proposta e nella eventuale attuazione di iniziative e servizi riguardanti le Chiese che sono in Italia».

È utile premettere un pur rapido excursus sull’origine della CPI.
L’esordio della CPI può essere collocato nel 1970, a partire dall’Assemblea Generale dei Vescovi italiani del 6-11 aprile di quell’anno, alla quale erano stati invitati alcuni rappresentanti dei Consigli presbiterali. Quell’Assemblea era stata dedicata al tema del sacerdozio ministeriale, sul quale avrebbe riflettuto il Sinodo dei Vescovi del 1971. Nella prolusione, il Card. Poma, Presidente della CEI, diceva: «Questa Assemblea (…) vede, con i vescovi, i rappresentanti di Consigli presbiterali. Conosciamo le difficoltà manifestatesi in questa prima fase; però i Consigli presbiterali sono una realtà e una speranza. Anche nell’ambito regionale, in preparazione all’Assemblea, si è svolta una collaborazione più o meno intensa. E ora se ne avrà un riflesso anche nei nostri lavori, che potranno segnare una nuova tappa nella collaborazione tra le varie componenti del popolo di Dio. È forse troppo bello pensare che ciò avvenga in modo frequente? Qualcuno obietterà che si tratta sempre di nuove istituzioni. Ma non credo sia solo un fatto storico, istituzionale e giuridico, il convenire per lo studio e la preghiera a preparare insieme quanto riguarda il Regno di Dio nella nostra terra. Tutto questo potrà attuarsi anche per la collaborazione abituale e completa di Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici. È la testimonianza comunitaria, che il mondo attende, in questo periodo della storia. Si tratta di un “segno”: è vero. Ma sarebbe un segno della presenza operante di Cristo in mezzo a noi». ...
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