COMMISSIONE PRESBITERALE ITALIANA
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Comunicato stampa – 21 febbraio 2013

Si sono chiusi a Roma i lavori dell’attuale quinquennio di attività (2008-2013) della Commissione Presbiterale Italiana, facente capo alla CEI. Ampio spazio è stato dato naturalmente alle valutazioni sul mandato quinquennale, con un approfondito dialogo in assemblea. Ma la mattinata di mercoledì 20 febbraio è stata dedicata al delicato tema “Il servizio del parroco e […]
21 Febbraio 2013
Si sono chiusi a Roma i lavori dell’attuale quinquennio di attività (2008-2013) della Commissione Presbiterale Italiana, facente capo alla CEI.
Ampio spazio è stato dato naturalmente alle valutazioni sul mandato quinquennale, con un approfondito dialogo in assemblea. Ma la mattinata di mercoledì 20 febbraio è stata dedicata al delicato tema “Il servizio del parroco e la scelta delle unità pastorali”, trattato da don Giuliano Brugnotto, docente di Diritto canonico alla Facoltà S. Pio X di Venezia e membro della CPI.
Il relatore ha preso in esame dapprima la figura tradizionale del ministero parrocchiale attuato in una sola parrocchia, con le relazioni pastorali in essa intrattenute, ed ha quindi delineato i mutamenti intervenuti in anni recenti negli scenari parrocchiali, che hanno reso sempre più impellenti nuove forme di condivisione tra le parrocchie stesse. Infine sono state prese in esame le conseguenze sulle relazioni del presbitero: “La sostenibilità del ministero – ha affermato don Brugnotto – va cercata soprattutto mediante una ritrovata ‘fraternità presbiterale’”, tale da costituire la “premessa indispensabile per imparare a ‘lavorare in squadra’. Le unità pastorali stanno chiedendo ai presbiteri di abbandonare forme di governo solitario, non raramente impregnate di protagonismo individuale, per aprirsi ad un nuovo modo di vivere le relazioni ministeriali”.
Il relatore ha quindi ripreso e sottolineato questi temi nel corso della sua replica pomeridiana: “Occorre rinnovare la parrocchia alla luce di quello che il Concilio ha indicato”, ha affermato; in questa prospettiva le unità pastorali rappresentano un aldilà rispetto alla parrocchia autoreferenziale, come siamo stati abituati a considerarla. Esse sono invece una sollecitazione ad avere sempre il riferimento fondamentale alla Chiesa particolare (distinta come figura rispetto a quella del Vescovo) e al suo cammino. “Le unità pastorali sono allora le forme concrete attraverso le quali la parrocchia si rivitalizza in una prospettiva missionaria e di nuova evangelizzazione: permane tutto il valore della figura del parroco, ma in forma rinnovata”.
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