L´APPORTO DELLA FAMIGLIA ALLA FORMAZIONE PRESBITERALE
1. IL DONO DELLA FAMIGLIA AI SACERDOTI E AI GIOVANI IN FORMAZIONE VERSO IL MINISTERO
I percorsi di discernimento e preparazione al sacerdozio ministeriale richiedono oggi una rinnovata valorizzazione dell’intera comunità ecclesiale, che nella pluralità delle sue espressioni è chiamata a farsi generativa non solo nel tempo che precede l’eventuale ingresso di un giovane in seminario ma pure lungo gli anni di formazione e poi la nella vita del presbitero. In particolare, la famiglia - depositaria di doni specifici – offre un contributo educativo (a partire dalla stessa teologia del sacramento del matrimonio) in ordine alla maturazione affettiva del giovane e alla comprensione del suo ministero nella comunità cristiana. Nel mese di luglio a Rocca di Papa è stato celebrato il convegno per rettori e educatori dei seminari d’Italia (organizzato dalla Commissione Episcopale per il Clero e la Vita Consacrata) sul tema “Scegliamo questi nostri fratelli come collaboratori del nostro ministero”. Il sottotitolo ancora più eloquente recitava: “La preparazione di uomini credenti a diventare presbiterio”. L’idea di fondo: la vocazione presbiterale nasce, matura e si realizza nella comunione del presbiterio. Da qui l’esigenza che i cammini che introducono al seminario e che – alla fine del percorso – immettono nel ministero contrastino interpretazioni individualistiche e autoreferenziali per situare la vocazione sacerdotale nello scenario del presbiterio e della comunione ecclesiale. Tale preoccupazione va affrontata coinvolgendo anche l’esperienza e il magistero delle famiglie che non sono semplicemente oggetto ma soggetto della pastorale e della vita ecclesiale. In questo nostro intervento vogliamo ragionare sul contributo che solo esse possono dare negli anni del seminario.
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